finchè fa male
Le natiche sul sellino. Attraverso il cotone. Il vestitino tirato sulle cosce. Ogni pedalata un singulto. Un sollevarsi. Un aderire. Se i pensieri non aiutano e vanno tutti in quel luogo di penombra. Allora non c’è scelta.
la vedo passare davanti a me. in strada. poi la vedo a destinazione. in un garage buio. sento il respiro affrettato. un po’ fatica. un po’ eccitazione. tutto quell’appoggiarsi. quello sfregare. quei pensieri.
la mano si accarezza la coscia. l’altra si appoggia sul seno. fruga nel vestito. trova un capezzolo duro.
il sangue rimbomba. fa caldo. apre al borsetta. prende un preservativo. lo apre. lo srotola. ne tiene un lembo tra le labbra.
le mani si affannano intorno alla sella. tirano. svitano. smollano. la sella salta via. le dita accarezzano il tubo di metallo. infila il preservativo sul metallo freddo. lo srotola. lo accarezza. lo fa cazzo.
si toglie le mutandine. fa salire il vestito sui fianchi. con un colpo del piede fa scendere il cavalletto. poi appoggia la fica bagnata al tubo di metallo. se lo infila dentro. scende fino in fondo. poi risale. e riscende.
scopa finchè fa male. finchè ce n’è.
22 settembre 2009 a 23:51
interessante utilizzo di quella parte di bicicletta
penso solo a chi spiava: poteva cogliere l’attimo…
5 ottobre 2009 a 19:12
Molto erotico!, l’ho tradotto allo spagnolo, perché non Lei di italiano molto, ma mi sembrò narrato in maniera eccezionale. Saluti!